Venerdì, 28 Aprile 2023 09:17

Migranti, la demagogia non ferma i low cost

Il nome rimanda ai ne-fasti dell’Italia colonialista: Tobruk. È dalla città della Cirenaica, quasi al confine dell’Egitto che adesso parte il maggior numero di barconi dei disperati che secondo il governo starebbero invadendo l’Italia. Con una novità in linea con i tempi moderni della mobilità di massa: i viaggi low cost. Quanto costava un passaggio dalle coste libiche o tunisine verso l’Italia? Fino ad ora anche alcune migliaia di euro. Cifre difficili da racimolare per i disgraziati che tentavano l’avventura a rischio della vita e delle loro famiglie che danno fondo a improbabili risparmi e si mettono nelle mani degli strozzini, alleati e complici dei trafficanti che organizzano i viaggi della disperazione e della morte.

Erano già considerati troppi i migranti che giungevano nonostante tutto? Ebbene, sembrerebbe proprio che il peggio debba ancora venire. Perché, grazie alle implacabili regole del mercato, adesso i prezzi del passaggio da una sponda all’altra del Mediterraneo, si sono abbassati e sono diventati alla portata di un numero infinitamente più alto di candidati. Passando dalle cifre nell’ordine delle migliaia di euro a una media di 250.

L’altra faccia della medaglia è che le imbarcazioni usate dai moderni mercanti di schiavi si sono fatte più capienti e il numero delle persone trasportate è schizzato in alto, proprio come è accaduto con gli aerei e le navi da crociera. Con buona pace di tutte le vergognose misure attuate (la limitazione della operabilità dei mezzi di soccorso delle Ong) e di quelle già programmate come la riduzione delle fattispecie che danno diritto alla protezione umanitaria dei migranti. Le une e le altre del tutto ininfluenti a fronte della molla della disperazione che li muove.

E così le cifre parlano chiaro. Le operazioni di soccorso (dopo Cutro nemmeno Salvini può essere indifferente alle sorti degli immigrati) hanno riguardato migliaia di persone ogni giorno, mobilitando vedette e guardiacoste di Guardia costiera, Marina militare, nonché mezzi aerei.

Il saldo dei primi mesi dell’anno, da gennaio ad aprile, è impietoso: 8500 arrivi nel 2021, saliti a 8432 lo scorso anno e schizzato appunto a 32769 quest’anno. E aprile è solo a metà mentre si prepara il tradizionale arrembaggio dei mesi estivi e del mare calmo.

A quelli che arrivano (dati sui primi mesi del 2023) dal Maghreb, Egitto e Tunisia, dal Medio e lontano oriente (Siria, Pakistan, Bangladesh) o dall’Africa subsahariana (Camerun, Mali, Burkina Faso) così come a quelli, sempre di più, inesorabilmente, il fatto che nel 2024 ci siano le elezioni per il Parlamento europeo, ritenuto da Meloni e Salvini l’occasione giusta per buttare il mostro dell’uomo nero in pasto alla pancia dell’opinione pubblica, importa decisamente poco.

Ultima modifica il Venerdì, 28 Aprile 2023 10:59

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